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07 Dic 2024

Pretende indietro i soldi versati a titolo riparativo, arrestato

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trento e quelli della Compagnia di Borgo Valsugana hanno arrestato un pregiudicato di origini calabresi residente in zona mentre, per l’ennesima volta, si era presentato negli uffici di una associazione di volontariato locale per chiedere la restituzione dei 7.000 euro che lo stesso gli aveva versato a titolo riparativo.

L’uomo era stato condannato a svolgere diverse ore di messa alla prova e a effettuare una donazione a una onlus a sua scelta pari all’importo dei proventi delittuosi ricavati dall’attività di spaccio, pertanto aveva individuato proprio quell’associazione per assolvere quanto impostogli dall’Autorità giudiziaria. Già più di un anno fa aveva iniziato a pretendere la restituzione del denaro affermando che secondo lui non avrebbe dovuto svolgere il servizio alternativo né tantomeno effettuare la donazione. All’inizio le richieste erano saltuarie ma da marzo sono diventate sempre più insistenti, con messaggi sul telefono della vittima e visite presso la sede dell’associazione.

Negli ultimi due mesi la situazione si è fatta insostenibile: le richieste sono diventate ancora più pressanti e si sono verificati inquietanti episodi. In particolare: sconosciuti che si presentavano presso la sede dell’associazione facendo il nome dell’estortore e che imponevano soggetti a cui far svolgere i servizi alternativi, autovetture che lo seguivano fino a casa, persone mai viste prima che lo avvicinavano e con fare minaccioso gli riferivano frasi del tipo “non si parla con i Carabinieri”, “ci sono anche gli interessi” oppure “non è finita qui” o, peggio ancora, lo costringevano a fermarsi lungo la strada per intimidirlo arrivando addirittura a mostrargli una pistola.

La vittima, data la valenza intimidatoria delle richieste e tenuto conto del coinvolgimento di alcuni pregiudicati albanesi e di un noto criminale di origini calabresi già coinvolto nella indagine sulla ‘ndrangheta “Perfido”, si è salvata grazie ai Carabinieri. Il responsabile della estorsione è stato colto in flagranza proprio nel momento in cui stava mettendo le mani addosso alla vittima e quindi fermato e condotto in carcere a Trento.

(ANSA)